Tour sull'Etna tra le migliori cantine per degustare i vini etnei #PressTourTaorminaGourmet
3:52:00 PM
Alcune settimane fa ho partecipato al press tour sull'Etna organizzato da Cronache di Gusto, la testata giornalistica online di enogastronomia diretta da Fabrizio Carrera, all'insegna della scoperta del fantastico terroir etneo.
Durante il tour ho avuto la possibilità di vivere una realtà nuova, infatti pur conoscendo alcuni vini etnei non sapevo della crescita esponenziale del numero di cantine e di produttori che è avvenuta negli ultimi tempi sull'Etna. I vini dell'Etna, a differenza di altri ottimi vini prodotti in Sicilia, sono molto particolari e oserei dire anche "pregiati" per varie ragioni. Prima di tutto la loro cura non richiede l'utilizzo di fertilizzanti perchè il terreno viene rigenerato attraverso la sabbia lavica proveniente dal vulcano e poi perchè tutto il lavoro sulle vigne viene fatto manualmente. Ho visto negli anni diversi contesti siciliani e a differenza dei posti dove il terreno è pianeggiante e c'è molto spazio tra i filari, pertanto è possibile passare con i mezzi agricoli sia per la lavorazione del terreno che per la vendemmia, sull'Etna tutto il lavoro dev'essere fatto manualmente perchè in realtà in base allo spazio disponibile, si può passare solamente il tagliaerba come mezzo agricolo. Da questo contesto molto particolare nascono vini che raccontano storia, tradizione, fatica e natura incontaminata.
La cosa che più mi ha colpita è la passione di ogni produttore che caratterizza ogni cantina valorizzandone i suoi punti di forza che la distinguono dalle altre. Probabilmente si pensa che i vini prodotti nella stessa zona siano all'incirca tutti uguali o che la visita in una cantina vale l'altra perché il vino viene prodotto più o meno con lo stesso procedimento ma ho potuto constatare di persona che le cantine non sono tutte uguali, sia per storia che per policy e anche per qualità e ogni azienda caratterizza i loro prodotti in maniera univoca.
Da questa riflessione nasce l'idea di raccontarvi le peculiarità di ogni Azienda che ho visitato per permettervi di scegliere dove andare se voleste organizzare un giro sull'Etna alla scoperta dei migliori vini.
Nell'ordine ho visitato le aziende:
- Azienda vinicola Barone di Villagrande
- Cantina Benanti
- Tenuta di Fessina
- I Custodi delle vigne dell'Etna
- Cusumano
- I Vigneri
- Piano dei Daini
- Palmento Costanzo
1. L'Azienda vinicola Barone di Villagrande si trova a Milo ed è un'azienda che già mi era nota infatti avevo avuto il piacere di conoscere di persona Marco Nicolosi durante una degustazione a Linguaglossa e già lì i suoi vini ci erano piaciuti, tanto che con mio marito ci eravamo ripromessi di andare a visitare la loro cantina. Barone di Villagrande sorge sul versante Est del vulcano ed è una delle cantine storiche sorte sull'Etna, infatti è nata nel 1727 e da allora la famiglia Nicolosi ha continuato a produrre vini pregiati all'insegna della tradizione, dell'innovazione, del rispetto e dell'amore per il territorio. Marco Nicolosi si occupa dell'azienda da alcuni anni dopo i suoi studi in viticoltura ed enologia ma egli è "figlio d'arte" visto che il padre Carlo Nicolosi Asmundo, titolare dell'azienda, è un docente universitario di enologia e tecnologie alimentari oggi in pensione. Tra i loro vini ho apprezzato particolarmente il Malvasia delle Lipari, un passito che l'azienda produce da 10 anni circa nell'arcipelago delle Isole Eolie. Marco Nicolosi ci ha accolti a cena con una degustazione di vini e prodotti tipici molto ricca e piacevole.
2. La Cantina Benanti come Barone di Villagrande, è un'azienda storica del terroir etneo. Si trova a Viagrande ed è la produttrice di 7 etichette tra cui la più premiata, il DOC bianco Superiore Pietra Marina di 4 anni, che ha ricevuto il primo premio anche durante il Sicilian Wine Awards al Taormina Gourmet appena concluso. L'azienda era stata creata dal cav. Giuseppe Benanti e oggi è nelle mani dei figli gemelli Salvino ed Antonio i quali, come il padre, hanno abbandonato il loro impiego nella loro casa farmaceutica per dedicarsi totalmente alla cantina ed alla produzione dei loro vini pregiati, che esportano negli Stati Uniti, in Giappone ed in Scandinavia. Nel loro vigneto hanno mantenuto piante che risalgono a circa 150 anni fa ed è un'emozione vederle.
Con Salvino abbiamo fatto una lunga passeggiata tra i vigneti ed una degustazione dei loro migliori vini con salumi e formaggi tipici. Salvino ci ha raccontato che loro imbottigliano a 3 anni e mezzo dalla vendemmia e che, a differenza di altri, non tagliano il Carricante con altre varietà ma lo utilizzano in purezza ed è un modo per valorizzare le varietà di uve che producono. Lo stesso viene fatto anche con il Nerello Cappuccio che è una varietà più rara e meno diffusa delle altre, tanto da produrlo sull'Etna solo in due, Benanti e Tenuta di Fessina. La Cantina Benanti vinifica in acciaio e non si avvale della collaborazione di enologi esterni perché preferisce averne uno in Azienda tutto per sè.
3. Tenuta di Fessina si trova in contrada Rovvittello a Castiglione di Sicilia ed appartiene alla signora toscana Silvia Maestrelli. La sua posizione è particolare infatti si trova tra due colate laviche, di cui una del 1811, le quali creano un microclima molto particolare per le vigne. Siamo stati accolti da Giovanni Greborio, responsabile dell'Azienda che è stato un ottimo padrone di casa. Lui ci ha spiegato il motivo per il quale i vini dell'Etna sono così ricercati e particolari, infatti tutto dipende dalla sabbia vulcanica che l'Etna offre, la quale con i suoi microorganismi è fondamentale per la generazione naturale del terreno. Come i Benanti, anche Tenuta di Fessina produce il Nerello Cappuccio in purezza e, come detto prima, sull'Etna sono le uniche due aziende a farlo. Da Giovanni ho imparato a riconoscere le piante di Nerello Cappuccio, che si trovano nei vitigni con piante ad alberello che hanno le foglie rosse, l'uva ha un colore più intenso e la buccia più scura rispetto ad esempio al Nerello Mascalese. Il vino mi è piaciuto moltissimo tanto da acquistarne una bottiglia per portarla a casa a mio marito, infatti è più corposo e speziato rispetto agli altri ed il suo colore così intenso è così bello che lo vorrei come smalto per le unghie! :)
3. Tenuta di Fessina si trova in contrada Rovvittello a Castiglione di Sicilia ed appartiene alla signora toscana Silvia Maestrelli. La sua posizione è particolare infatti si trova tra due colate laviche, di cui una del 1811, le quali creano un microclima molto particolare per le vigne. Siamo stati accolti da Giovanni Greborio, responsabile dell'Azienda che è stato un ottimo padrone di casa. Lui ci ha spiegato il motivo per il quale i vini dell'Etna sono così ricercati e particolari, infatti tutto dipende dalla sabbia vulcanica che l'Etna offre, la quale con i suoi microorganismi è fondamentale per la generazione naturale del terreno. Come i Benanti, anche Tenuta di Fessina produce il Nerello Cappuccio in purezza e, come detto prima, sull'Etna sono le uniche due aziende a farlo. Da Giovanni ho imparato a riconoscere le piante di Nerello Cappuccio, che si trovano nei vitigni con piante ad alberello che hanno le foglie rosse, l'uva ha un colore più intenso e la buccia più scura rispetto ad esempio al Nerello Mascalese. Il vino mi è piaciuto moltissimo tanto da acquistarne una bottiglia per portarla a casa a mio marito, infatti è più corposo e speziato rispetto agli altri ed il suo colore così intenso è così bello che lo vorrei come smalto per le unghie! :)
L'azienda punta solo a varietà autoctone, Nerello Cappuccio, Nerello Mascalese e Cataratto. Nell'azienda vi è anche un antico palmento che è stato in uso fino a 25 anni fa dove le uve venivano portate dalle donne e pestate con i piedi ed il movimento del vino avveniva per forza di gravità. Tra i vini che producono il Doc Etna Rosato Erse 2015 Tenuta di Fessina merita una menzione perché ha recentemente ricevuto il 2° premio al Sicilian Wine Awards al Taormina Gourmet. Anche loro, come i Benanti, vinificano in acciaio ma Giovanni ci dice che il loro top di gamma è il Rosso Musumeci annata 2011 che è prodotto al 100% con uve di Nerello Mascalese.
4. Tra le Aziende che abbiamo visitato, I Custodi delle vigne dell'Etna mi ha emozionata molto perché la passeggiata lungo i filari di viti a piede franco di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Alicante della Vigna Saeculare, che è una delle più antiche vigne pre-fillossere dell'Etna, tra piante ad alberello di circa 200 anni di età sorrette dal loro palo in castagno, è stato bellissimo. Ne è valsa la pena, tanto da aver trasmesso la mia emozione in diretta su Facebook. Il nome dell'Azienda non è stato scelto a caso, infatti esso è strettamente legato al patrimonio che custodisce, loro "custodiscono per il futuro ciò che hanno ricevuto in dono dal passato". A riceverci e guidarci in questa favolosa esperienza è il titolare Mario Paoluzi, Ingegnere romano che ha abbandonato la sua professione per dedicarsi totalmente alla sua attività vitivinicola. La Vigna Saeculare si trova su terrazzamenti di pietra lavica a secco. Mi è piaciuto molto ammirare il cumulo di pietre laviche che sormonta la vigna, frutto del continuo dispietramento avvenuto di generazione in generazione, che negli anni è divenuto una vera e propria "torretta" sulla quale siamo saliti per ammirare il fantastico paesaggio.
L'Azienda si trova a Castiglione di Sicilia, sul versante nord dell'Etna.
La filosofia della sua Azienda è quella di avere "vini naturali senza l'aggiunta di prodotti chimici in sintesi e vinificare in acciaio così da avere vini puliti e non ossidati e lavorare con le temperature caldo-freddo". A questo proposito Mario ci ha portati a visitare in anteprima la nuova struttura ancora in fase di completamento che avrà una bellissima sala degustazione con pareti di vetro per ammirare il paesaggio costituito dalle vigne circostanti, oltre che la cantina e la cosa che non avevo mai visto né sentito è il sistema di ventilazione con la "torre del vento" collegata ad una sorta di serbatoio che raccoglierà l'acqua piovana che in estate garantirà il giusto fresco alla cantina.
I Custodi dell'Etna vanta la presenza di 2 enologi in Azienda e si avvale della collaborazione di un enologo esterno, Salvo Foti, un grande professionista molto conosciuto in quest'ambiente.
Da grafico una delle prime cose che noto quando osservo le bottiglie di vino, sono le etichette, e quelle di quest'Azienda mi sono piaciute molto perché come piace a me, "raccontano" qualcosa. Infatti, ogni etichetta prodotta da Mario Paoluzi raffigura il vigneto di provenienza di quel vino.
5. I vini dei fratelli Cusumano in Sicilia sono molto noti. Essi producono in diverse zone della Sicilia, vantano infatti 540 ettari di terra, di proprietà o in affitto, dislocati in tutto il territorio siciliano ma io ho visitato soltanto la cantina Alta Mora, sul versante nord dell'Etna in Contrada Verzella a Castiglione di Sicilia. Visitare l'Azienda di Diego e Alberto Cusumano è un'esperienza da fare perché, a parte l'indiscussa qualità dei loro vini, l'ambiente è molto curato nel dettaglio, un vero piacere anche per gli occhi, non solo per il palato. La loro cantina è molto particolare, si trova infatti a 6 metri sotto terra e dalla parete di roccia della cantina si vedono le radici del vigneto soprastante!
La cura del dettaglio che di persona i Fratelli Cusumano hanno avuto nell'arredamento e per l'accoglienza dei visitatori è la stessa cura che dedicano alla produzione dei loro vini. Non avevo infatti ancora visitato una cantina dove vengono lavate le cassette utilizzate per trasportare e scaricare le uve, questa è un'operazione che viene fatta in Francia per evitare la contaminazione dovuta a lieviti indigeni. Mi ha colpita piacevolmente questo dettaglio così come mi ha colpita vedere la nuova macchina sgranellatrice che lavora per oscillazione e viene utilizzata per separare gli acini dai raspi. A seconda poi del tipo di uva, i percorsi sono differenti, infatti nel caso dell'uva rossa, gli acini vengono versati nella vasca mentre nel caso dell'uva bianca, gli acini vengono trasferiti nella pressa. I Fratelli Cusumano si avvalgono della collaborazione di un enologo esterno che giunge per loro direttamente dal Piemonte.
L'Azienda ha una sua filosofia secondo la quale, nonostante la quantità minima di bottiglie prodotte (circa 50.000), vengono utilizzate ben 53 vasche per ottenere il massimo della qualità. In pratica utilizzano doppie vasche dove vengono divisi i vari campioni che in questo modo non vengono mescolati tra loro, ognuno va nel suo serbatoio, e quindi la qualità è al top. I fratelli Cusumano producono 5 etichette Alta Mora per un totale di circa 50.000 bottiglie l'anno ma in tutta la Sicilia producono circa 3.000.000 di bottiglie l'anno. A differenza di altre Aziende simili, i vini Cusumano non vengono venduti in cantina.
6. Sull'Etna la visita presso I Vigneri da Salvo Foti si deve proprio fare, anche se non tutti hanno il privilegio che abbiamo avuto noi. L'Azienda vitivinicola è in realtà un consorzio di un gruppo di viticoltori autoctoni etnei, veri professionisti della vigna e si trova sul versante est dell'Etna a circa 850 m s.l.m.
Chiacchierare con Salvo Foti, che nell'ambiente è considerato una vera e propria istituzione per le sue conoscenze del territorio, è un vero piacere. Prima di conoscerlo non avevo assolutamente l'idea che potesse essere una persona veramente molto semplice e soprattutto umile, con una passione incredibile per il suo mestiere ed un legame profondo con "la muntagna" che negli anni lo ha sempre chiamato a sé, nonostante le esperienze di lavoro all'estero. Salvo ci ha raccontato della sua vita, della sua famiglia, di com'è nata la passione per il vino, dovuta sicuramente alla figura di suo nonno che, fin da piccolo, lo portava con sé tra i vigneti. Nel suo lavoro Salvo Foti, un uomo moderno che ha fatto scelte all'antica, ha mantenuto il legame con le tradizioni e vinificazione di un tempo, tanto da utilizzare ancora il vecchio palmento recuperato per la pigiatura delle uve, che avviene ancora con i piedi. Lui e suo figlio Simone, giovane che sta seguendo le orme del padre, ci hanno mostrato con orgoglio il video dell'antica vinificazione che avviene nella tenuta di famiglia, spiegandoci che "bisogna mettere le mani nelle cose che fanno così da trasmettere umanità nei vini che vengono prodotti"
Il pranzo con Salvo Foti e suo figlio Simone è stato molto piacevole, all'insegna di tante prelibatezze tipiche dell'antica cultura contadina: ceci, caliceddi selvatici, salumi e formaggi nostrani, la pasta di pane fritta e degli ottimi vini, il tutto nella bella atmosfera del vecchio palmento, dove il tempo sembra essersi fermato.
7. Piano dei Daini a mio avviso è un'azienda in crescita che ha molte potenzialità. La bontà del suo vino è indiscussa tanto che il suo Doc Etna Rosato Piano dei Daini 2014 ha recentemente vinto il primo premio al Sicilian Wine Awards durante il Taormina Gourmet. La tenuta, che vanta un bellissimo paesaggio costituito dalle vigne realizzate su terrazzamenti molto simili ad un teatro greco, è la più vecchia della contrada ed è stata recuperata nel 2010 dalla fam. Bosco e vanta la presenza di piante pre-fillossere risalenti anche a 120 anni fa. Abbiamo conosciuto la loro responsabile, Lisa Sapienza, americana di origini italiane che lavora in Italia in quest'ambiente da oltre 30 anni. Lisa è una grande conoscitrice dello sviluppo che il vino etneo ha avuto negli ultimi 30 anni e chiacchierare con lei è stato molto piacevole. Abbiamo conosciuto anche Gerarda, una signora che per tutta la vita ha lavorato nella tenuta e che ama fare questo lavoro così tanto che basti pensare che passeggia tra le piante e posiziona le pietre dove necessario per tenerle sollevate. Lisa ci dice che è la mamma di tutte le viti e le sue mani e il suo viso raccontano la semplicità, la passione e la fatica che richiede questo duro lavoro che, ricordo, viene eseguito manualmente. La vendemmia a Piano dei Daini avviene a più riprese, infatti a causa dei terrazzamenti l'uva non matura contemporaneamente.
8. L'ultima tappa nel nostro tour è avvenuta nel Palmento Costanzo une bella realtà accogliente ed organizzata che si trova a 650-780 m s.l.m. sul versante nord dell'Etna, in Contrada Santo Spirito a Passopisciaro, all'interno del Parco dell'Etna.
Quest'azienda è l'unica a vinificare all'interno del proprio palmento, nella tenuta stessa. Vi è infatti un antico palmento risalente al 1780 su cui è stato effettuato un restauro conservativo, e la famiglia Costanzo dal 2011 ha iniziato quest'avventura che via via è diventata un vero e proprio lavoro che li impegna tutti i giorni. Le piante sono tutte ad alberello sorrette da pali di castagno e producono 5 tipologie di vino: 2 rossi, 2 bianchi e 1 rosato, Mofete Etna doc Rosso, Bianco e Rosato, Nero di Sei e Bianco di Sei. Abbiamo conosciuto la titolare, Valeria Agosta che ci ha fatto visitare la tenuta, il palmento, la cantina, la sala degustazione e ci ha anche mostrato la struttura che diventerà un B&B per i visitatori. Un bel progetto moderno, in un contesto tradizionale e antico. Mi sono piaciute particolarmente le botti di legno a forma di uovo, provenienti addirittura da Cognac, in Francia. Queste botti non hanno solo un gradevole effetto estetico ma per la loro forma permettono una particolare ossigenazione al vino.
La filosofia della sua Azienda è quella di avere "vini naturali senza l'aggiunta di prodotti chimici in sintesi e vinificare in acciaio così da avere vini puliti e non ossidati e lavorare con le temperature caldo-freddo". A questo proposito Mario ci ha portati a visitare in anteprima la nuova struttura ancora in fase di completamento che avrà una bellissima sala degustazione con pareti di vetro per ammirare il paesaggio costituito dalle vigne circostanti, oltre che la cantina e la cosa che non avevo mai visto né sentito è il sistema di ventilazione con la "torre del vento" collegata ad una sorta di serbatoio che raccoglierà l'acqua piovana che in estate garantirà il giusto fresco alla cantina.
I Custodi dell'Etna vanta la presenza di 2 enologi in Azienda e si avvale della collaborazione di un enologo esterno, Salvo Foti, un grande professionista molto conosciuto in quest'ambiente.
Da grafico una delle prime cose che noto quando osservo le bottiglie di vino, sono le etichette, e quelle di quest'Azienda mi sono piaciute molto perché come piace a me, "raccontano" qualcosa. Infatti, ogni etichetta prodotta da Mario Paoluzi raffigura il vigneto di provenienza di quel vino.
5. I vini dei fratelli Cusumano in Sicilia sono molto noti. Essi producono in diverse zone della Sicilia, vantano infatti 540 ettari di terra, di proprietà o in affitto, dislocati in tutto il territorio siciliano ma io ho visitato soltanto la cantina Alta Mora, sul versante nord dell'Etna in Contrada Verzella a Castiglione di Sicilia. Visitare l'Azienda di Diego e Alberto Cusumano è un'esperienza da fare perché, a parte l'indiscussa qualità dei loro vini, l'ambiente è molto curato nel dettaglio, un vero piacere anche per gli occhi, non solo per il palato. La loro cantina è molto particolare, si trova infatti a 6 metri sotto terra e dalla parete di roccia della cantina si vedono le radici del vigneto soprastante!
La cura del dettaglio che di persona i Fratelli Cusumano hanno avuto nell'arredamento e per l'accoglienza dei visitatori è la stessa cura che dedicano alla produzione dei loro vini. Non avevo infatti ancora visitato una cantina dove vengono lavate le cassette utilizzate per trasportare e scaricare le uve, questa è un'operazione che viene fatta in Francia per evitare la contaminazione dovuta a lieviti indigeni. Mi ha colpita piacevolmente questo dettaglio così come mi ha colpita vedere la nuova macchina sgranellatrice che lavora per oscillazione e viene utilizzata per separare gli acini dai raspi. A seconda poi del tipo di uva, i percorsi sono differenti, infatti nel caso dell'uva rossa, gli acini vengono versati nella vasca mentre nel caso dell'uva bianca, gli acini vengono trasferiti nella pressa. I Fratelli Cusumano si avvalgono della collaborazione di un enologo esterno che giunge per loro direttamente dal Piemonte.
L'Azienda ha una sua filosofia secondo la quale, nonostante la quantità minima di bottiglie prodotte (circa 50.000), vengono utilizzate ben 53 vasche per ottenere il massimo della qualità. In pratica utilizzano doppie vasche dove vengono divisi i vari campioni che in questo modo non vengono mescolati tra loro, ognuno va nel suo serbatoio, e quindi la qualità è al top. I fratelli Cusumano producono 5 etichette Alta Mora per un totale di circa 50.000 bottiglie l'anno ma in tutta la Sicilia producono circa 3.000.000 di bottiglie l'anno. A differenza di altre Aziende simili, i vini Cusumano non vengono venduti in cantina.
6. Sull'Etna la visita presso I Vigneri da Salvo Foti si deve proprio fare, anche se non tutti hanno il privilegio che abbiamo avuto noi. L'Azienda vitivinicola è in realtà un consorzio di un gruppo di viticoltori autoctoni etnei, veri professionisti della vigna e si trova sul versante est dell'Etna a circa 850 m s.l.m.
Chiacchierare con Salvo Foti, che nell'ambiente è considerato una vera e propria istituzione per le sue conoscenze del territorio, è un vero piacere. Prima di conoscerlo non avevo assolutamente l'idea che potesse essere una persona veramente molto semplice e soprattutto umile, con una passione incredibile per il suo mestiere ed un legame profondo con "la muntagna" che negli anni lo ha sempre chiamato a sé, nonostante le esperienze di lavoro all'estero. Salvo ci ha raccontato della sua vita, della sua famiglia, di com'è nata la passione per il vino, dovuta sicuramente alla figura di suo nonno che, fin da piccolo, lo portava con sé tra i vigneti. Nel suo lavoro Salvo Foti, un uomo moderno che ha fatto scelte all'antica, ha mantenuto il legame con le tradizioni e vinificazione di un tempo, tanto da utilizzare ancora il vecchio palmento recuperato per la pigiatura delle uve, che avviene ancora con i piedi. Lui e suo figlio Simone, giovane che sta seguendo le orme del padre, ci hanno mostrato con orgoglio il video dell'antica vinificazione che avviene nella tenuta di famiglia, spiegandoci che "bisogna mettere le mani nelle cose che fanno così da trasmettere umanità nei vini che vengono prodotti"
Il pranzo con Salvo Foti e suo figlio Simone è stato molto piacevole, all'insegna di tante prelibatezze tipiche dell'antica cultura contadina: ceci, caliceddi selvatici, salumi e formaggi nostrani, la pasta di pane fritta e degli ottimi vini, il tutto nella bella atmosfera del vecchio palmento, dove il tempo sembra essersi fermato.
7. Piano dei Daini a mio avviso è un'azienda in crescita che ha molte potenzialità. La bontà del suo vino è indiscussa tanto che il suo Doc Etna Rosato Piano dei Daini 2014 ha recentemente vinto il primo premio al Sicilian Wine Awards durante il Taormina Gourmet. La tenuta, che vanta un bellissimo paesaggio costituito dalle vigne realizzate su terrazzamenti molto simili ad un teatro greco, è la più vecchia della contrada ed è stata recuperata nel 2010 dalla fam. Bosco e vanta la presenza di piante pre-fillossere risalenti anche a 120 anni fa. Abbiamo conosciuto la loro responsabile, Lisa Sapienza, americana di origini italiane che lavora in Italia in quest'ambiente da oltre 30 anni. Lisa è una grande conoscitrice dello sviluppo che il vino etneo ha avuto negli ultimi 30 anni e chiacchierare con lei è stato molto piacevole. Abbiamo conosciuto anche Gerarda, una signora che per tutta la vita ha lavorato nella tenuta e che ama fare questo lavoro così tanto che basti pensare che passeggia tra le piante e posiziona le pietre dove necessario per tenerle sollevate. Lisa ci dice che è la mamma di tutte le viti e le sue mani e il suo viso raccontano la semplicità, la passione e la fatica che richiede questo duro lavoro che, ricordo, viene eseguito manualmente. La vendemmia a Piano dei Daini avviene a più riprese, infatti a causa dei terrazzamenti l'uva non matura contemporaneamente.
8. L'ultima tappa nel nostro tour è avvenuta nel Palmento Costanzo une bella realtà accogliente ed organizzata che si trova a 650-780 m s.l.m. sul versante nord dell'Etna, in Contrada Santo Spirito a Passopisciaro, all'interno del Parco dell'Etna.
Quest'azienda è l'unica a vinificare all'interno del proprio palmento, nella tenuta stessa. Vi è infatti un antico palmento risalente al 1780 su cui è stato effettuato un restauro conservativo, e la famiglia Costanzo dal 2011 ha iniziato quest'avventura che via via è diventata un vero e proprio lavoro che li impegna tutti i giorni. Le piante sono tutte ad alberello sorrette da pali di castagno e producono 5 tipologie di vino: 2 rossi, 2 bianchi e 1 rosato, Mofete Etna doc Rosso, Bianco e Rosato, Nero di Sei e Bianco di Sei. Abbiamo conosciuto la titolare, Valeria Agosta che ci ha fatto visitare la tenuta, il palmento, la cantina, la sala degustazione e ci ha anche mostrato la struttura che diventerà un B&B per i visitatori. Un bel progetto moderno, in un contesto tradizionale e antico. Mi sono piaciute particolarmente le botti di legno a forma di uovo, provenienti addirittura da Cognac, in Francia. Queste botti non hanno solo un gradevole effetto estetico ma per la loro forma permettono una particolare ossigenazione al vino.
1 commenti
Un bell'articolo davvero, da leggere tutto d'un fiato con un bicchiere di vino
RispondiEliminaCiao grazie per aver letto fin qui, è sempre un piacere leggere i vostri commenti. Li leggo sempre tutti anche se non sempre rispondo, ma generalmente lo faccio se mi vengono poste domande.
Tornate a trovarmi, vi aspetto!