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La Pasqua e la tavola in Sicilia con le Cuddura cu l'ova - "Palumedde" pasquali - Pupi cu l'ova

11:27:00 PM

Se dici “Sicilia” dici “tradizioni” e tra le tradizioni più antiche ci sono anche i cuddùra cu l'ova. Si tratta di dolci antichi, tipici del periodo pasquale, generalmente fatti di pasta frolla a base di strutto, con uno o più uova sode al centro e intrecciati e modellati in diverse forme, infine decorati con glassa e/o zuccherini colorati.

Cuddura cu l'ova e palumeddi cu l'ova ipasticcidiluna foodblogIn Sicilia le cuddura cu l'ova prendono nomi diversi a seconda della zona in cui sono prodotte, infatti nella maggior parte dell'isola, con il termine "cuddùra" (ovvero "corona") si indicano questi dolcetti con la base a forma circolare avente l'uovo sodo al centro e le decorazioni di pasta intrecciata attorno ad esso, mentre invece, cambiando la forma del dolce, varia il nome. Ad esempio indichiamo con "i palumèdd cu l'ova" le cuddùra a forma di colomba o decorati con una colomba in cima sull'uovo, oppure con "i panarèdda cu l'ova" le cuddùra a forma di cestini (che in Sicilia chiamiamo "panàri"), poi ci sono "i pupi cu l'ova" che sono a forma di "pupi" ovvero bambole e altre forme, come le campane o i cuori.
I cuddùra cu l'ova erano preparate dalle mamme e dalle nonne, ma anche dalle fidanzate per i fidanzati e venivano decorate semplicemente con uovo o latte e zuccherini colorati oppure anche con ghiaccia reale e zuccherini colorati e le massaie di un tempo erano delle vere e proprie artiste nel realizzare le decorazioni, nell'intrecciare la pasta per fare i cestini oppure nel sagomare fiori e colombe ma anche nella decorazione vera e propria dell'uovo sodo, il quale veniva colorato per un aspetto più festoso. Mia nonna mi raccontava che per colorare l'uovo, usavano far scolorire la carta velina colorata in poca acqua nella quale poi venivano immerse le uova da colorare. 
Non sono dolcetti tipici solamente in Sicilia infatti vengono preparati anche in altre regioni meridionali come in Calabria o in Puglia ed è per questo che il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali le ha riconosciute come "prodotto agroalimentare tradizionale" inserendole nell'elenco annesso sia con i nomi con cui sono conosciute in Sicilia (Cuddura, Cuddureddi, Cuddrireddra) che con i nomi con cui sono chiamate in Calabria (Cudduraci) ma mi risulta che abbiano anche altri nomi oltre a quelli inseriti nell'elenco del MIPAAF, ad esempio in Puglia le chiamano "Scarcelle". Nella zona del messinese, in particolare a Tortorici, le cuddure hanno un nome ancora più antico, infatti le chiamano "Guarate" e a differenza delle cuddura, che sono a base di frolla leggermente lievitate con ammoniaca, queste sono lievitate con lievito madre. L'aspetto delle guarate è quello mostrato qui sotto ed è possibile trovarle presso la Pasticceria "Dolce Incontro" di Lidia Calà, in via Garibaldi 15 a Tortorici (Me).

Guarate di Pasqua con lievito madre ipasticcidiluna foodblog
I cuddùra cu l'ova risultano essere ancora più antiche della famosa colomba pasquale infatti le loro tracce risalgono a prima del 1900, epoca in cui invece è nata la colomba che oggi tutti consumiamo, e rappresentavano per i bambini di un tempo, l'antenato dell'attuale uovo di Pasqua al cioccolato. Per loro era una gran festa ricevere in dono, nel giorno della Santa Pasqua, una palumèdda che potevano mangiare alla fine del pranzo.
Sulle cuddùra cu l'ova ho sentito tantissimi racconti ma quello che mi ha incuriosita di più è quello della nonna della mia amica Fabiana, la quale racconta che le cuddura venivano preparate e regalate in segno di pace, ad esempio a due bambini che avevano litigato e venivano regalate per essere mangiate il Sabato prima di Pasqua, infatti a mezzogiorno venivano sciolte le campane ed iniziava la festa. In effetti le cuddura, nell'ennese "palumedde", venivano preparate in quantità per essere regalate ad amici e parenti prima di Pasqua.
Oggi le palumedde si trovano in molte pasticcerie e panetterie e sono diminuite le persone che le preparano in casa, nonostante la semplicità degli ingredienti (farina, zucchero, uova, strutto, ammoniaca), infatti nel tempo si è un po' persa la tradizione della preparazione home made di questi dolcetti che, nell'occasione, riunivano le massaie di famiglia attorno al tavolo per impastare insieme, ridere e dar vita alla propria creatività decorativa. Nei giorni della Settimana Santa, ogni casa profumava di "palumedde" perchè quando ancora non esistevano le colombe pasquali nè tantomeno l'uovo di Pasqua, la cuddura rappresentava il dolce che veniva consumato a tavola nel giorno di Pasqua e mia madre ricorda che "le palumedde" venivano anche collocate su ogni piatto della tavola apparecchiata a festa, come dei veri segnaposto. In effetti le cuddura rallegravano la tavola sia per la gioia di ricevere una palumedda dolce tutta per sè, dato che i dolci a quei tempi erano un lusso, ma anche per il loro aspetto particolarmente curato ed allegro.
Al giorno d'oggi le tavole di Pasqua vengono imbandite di ogni ben di Dio ed arricchite da decorazioni più o meno preziose, colorate o meno... esiste una vasta gamma di oggetti per impreziosire la tavola di Pasqua anche da fare in casa. Vi consiglio di leggere i consigli di Tamara von Nayhauss, esperta di Easter Style per Dalani, su come organizzare un perfetto Brunch di Pasqua. Troverete sicuramente tante idee moderne e molti consigli per far bella figura con i vostri invitati! 
Non mi resta che augurare Buona Pasqua a tutti voi!


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2 commenti

  1. Una manualità fantastica! brava i miei complimenti

    RispondiElimina
  2. Sono uno spettacolo. Che intrecci e decorazioni bellissime. Preferisco queste per decorare la tavola di Pasqua, le tradizioni per me devono restare, a dispetto dei moderni decori che potrebbero tranquillamente affiancare queste preparazioni che sanno di storia e di casa.
    Auguri di una serena Pasqua.

    RispondiElimina

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